venerdì 28 giugno 2013

Caffè storici di Trieste



www.b-coffee.it


Caffè storici

Il rapporto di Trieste con in caffè sembra essere indissolubile: a prescindere dalla realtà industriale, famosa in tutto il mondo, Trieste è per molti aspetti la città dei caffè; sono locali dal fascino retrò, vestigia di un passato cittadino di indubbio aroma mitteleuropeo, indissolubilmente legati alla letteratura.
Trieste, senza i suoi storici e famosi caffè, non sarebbe la stessa: il tempo rallenta fino a fermarsi e non è difficile immaginare Stendhal, Joyce, Svevo o Saba mentre sorseggiano la loro corroborante bevanda. Non è poi improbabile incontrare anche Claudio Magris, celeberrimo scrittore triestino contemporaneo, che i caffè della sua città li ha celebrati anche nei suoi scritti, perché, sono parole sue, “ il caffè è il luogo in cui si può stare contemporaneamente da soli e fra la gente”.
Per promuovere la cultura del e dei caffè, è stata ideata, nel 1998, la manifestazione “Le vie del caffè” che, di anno in anno, anima il periodo natalizio: si tratta di concerti, spettacoli teatrali, mise en scene che, abbandonati i palcoscenici cittadini, si trasferiscono nei caffè.
Ma lo speciale rapporto che lega i triestini con questa profumata bevanda emerge anche dal parlato: spesso, gli stranieri non riescono a farsi servire al bancone ciò che desiderano perché la terminologia locale è un vero rompicapo: cosa saranno mai un “capo in b tanta” (cappuccino triestino in bicchiere con tanta schiuma) o un “goccia” (caffè con una goccia di schiuma di latte al centro)?
Oggi i caffè cosiddetti storici, sono diventati vere e proprie mete turistiche. I principali sono:

  • Caffè Tommaseo  Piazza Tommaseo, 4/ C

 Aperto nel 1830 è il più antico caffè di Trieste e venne così chiamato in onore dello scrittore dalmata. Le decorazioni sono opera del pittore Gatteri e le specchiere furono fatte appositamente giungere dal Belgio. E’ stato restaurato nel 1997, mantenendo un ambientazione sofisticata ed elegante in conformità alla tradizione dei caffè Viennesi.
Famoso anche per aver introdotto, ad inizio secolo, il gelato, oggi è possibile consumare anche brunch o cene veloci,


  • Caffè San Marco Via Battisti, 18

Aperto nel 1914 venne poi completamente distrutto durante la prima guerra in quanto luogo d’incontro di  irredentisti. Immediatamente ricostruito negli anni Venti rappresenta da allora il luogo d’incontro degli intellettuali. Suoi clienti abituali furono Saba, Svevo e Giotti.


  • Caffè degli Specchi   Piazza Unità d’Italia, 7

Nato nel 1839 e recentemente rinnovato, fu fondato e gestito dal greco Nicolò Privolo. Situato a pianterreno di palazzo Stratti, nella principale piazza cittadina, rappresenta da sempre il salotto buono della città, una vera e propria vetrina per notare e farsi notare.


  • Caffè Tergesteo  Piazza della Borsa, 15

Situato oggi all’interno dell’omonima galleria, è noto per le vetrate colorate raffiguranti episodi della storia cittadina. I recenti lavori di restauro, effettuati allo scopo di ricreare la perduta atmosfera fin de siécle, hanno, ahimè, lasciato ben poco dell’originale.


  • Caffè Stella Polare  Via Dante, 14

Aperto nel 1867 accanto alla chiesa serbo ortodossa, divenne, durante l’occupazione angloamericana una famosa sala da ballo, dove le belle “mule” (ragazze, in dialetto) triestine avevano occasione di conoscere – e poi sposare – i soldati americani di stanza a Trieste. A causa dei costi troppo elevati per il mantenimento di una sala da ballo, oggi è possibile soltanto gustare un dolce sorseggiando the o caffè.

La Risiera di San Sabba


La Risiera di San Sabba

La Risiera di San Sabba, è stata dichiarata monumento nazionale nel 1965 ed è tristemente nota per essere l’unico campo di sterminio nazista su suolo italiano.

Una volta stabilimento per la pilatura del riso, nel 1943 fu occupato dalle SS che qui deportavano dissidenti politici, partigiani, sloveni e croati e soprattutto ebrei, per poi destinarli ad altri campi, come quelli di Auscwitz e Dachau, dove avrebbero trovato la morte. Dal giugno del 1944 all’aprile del 1945 fu attivo anche un forno crematorio. Complessivamente si stima che il numero delle persone che persero la vita di aggiri intorno alle 4000-5000.

E’ un luogo ricco di simboli, si può visitare il Museo della Resistenza, c’è la possibilità di guardare un video che descrive molto bene la situazione storica con l’integrazione di alcune testimonianze, di persone che dalla Risiera sono sfuggiti alla morte.

E’ un luogo toccante, commovente, che appena entrati ti lascia senza parole, ma con tante riflessioni.

giovedì 27 giugno 2013

Puntodiriferimento6




Pumtodiriferimento6




Accompagna le aziende nella realizzazione di progetti grafici, dallo studio di marchi e logotipo originali, a progetti di Corporate Identity (immagine aziendale e brand identity) per valorizzare al meglio l'immagine e la comunicazione dell'azienda, dei suoi prodotti , dei suoi servizi in Italia ed all' Estero .



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mercoledì 26 giugno 2013

Le Vie delle Foto





Le vie delle Foto” nasce e viene sviluppato come una mostra collettiva composta da tante mostre singole dislocate nel centro cittadino di Trieste.
Giunta alla terza edizione, anche quest'anno, la mostra si svolgerà dal 01 ottobre al 31 Ottobre 2013 con la partecipazione di oltre 50 fotografi e 50 bar/locali corrispondenti.
Il progetto realizzato prevede una mostra collettiva che come un moderno network si compone e collega tante location diverse: un motivo in più per girare a piedi incuriositi questa città che negli ultimi anni si è adattata anche alla vita pedonale.
Viene coperto tutto il centro cittadino e per un mese sarà possibile inventarsi dei percorsi per visitare anche quotidianamente alcune delle esposizioni in catalogo.
Questa presentazione esiste proprio perchè in questa città vi sono forze emergenti che possono esprimersi anche senza l'appartenenza a delle associazioni specifiche e che possono da un'idea nata ad un tavolino generare un fresco evento dinamico.
"Le vie delle foto" sboccia in una noiosa giornata di luglio trasportata dall'entusiasmo di un progetto mai realizzato, si sviluppa grazie all'energia delle persone, più precisamente cinquanta fotografi che sposano il progetto ancora più entusiasti rispetto all'anno scorso e che li vede studiare nuovi temi, pensando realizzando e creando foto nuove ed innovative per una mostra che forse non è più “qualunque” a Trieste.
Il programma cresce e fiorisce all'ombra di un afosissimo Agosto, grazie anche alla lungimiranza di titolari di locali che aderiscono e continuano a credere all'iniziativa mettendo a disposizione tempo e spazi.
Il matrimonio di oltre cento menti geniali hanno trasformato una “mostra qualunque” nella più grande mostra fotografica ad itinere mai realizzata fino ad ora a Trieste.


Dalla mente vulcanica di Linda Simeone, giovane manager triestina, ai vostri occhi e per tutti i vostri sensi ecco a voi " Le vie delle Foto".

Richiedi qui per il tuo modulo d’ iscrizione 2013.

Perchè credo che in una squadra vinca la Squadra. (L. Simeone)

Per informazioni : www.leviedellefoto.it

About SEXTOSENSO

BE BEAUTIFUL 

International and Mediterranean culture’s resume, in a very strong definition and first bi-lingual brand, future and global lifestyle: SEXTOSENSO.
SEXTOSENSO sets down opinions and viewpoints on issues which are dear to a company with an enquiring outlook that is eager to participate in the modern fast world: the value of knowledge, the concept of the “civil” company, space, courage, dreams, multicultural societies, consciousness, chaos and the wandering paths of knowledge.
SEXTOSENSO comes from people who belong to different countries, cultures and professions - part of the human and professional network of SEXTOSENSO worldwide.
Many different outlooks, opinions and viewpoints that do not explain or limit this complexity, but describe it through the language, life experience and careers of each component.
Each branch and each product of SEXTOSENSO is developed with exclusive design by also art school students from around the world, who use the company as a workshop for their individual and collective creativity.
As citizens we can, in the words of Voltaire, all cultivate our own gardens, helping to make the world a better place, anticipating the trends and being projected into the future.
And if you are looking for an unusual experience in a unexpected place and are not afraid to discover the creative corners of our personality, the excellence of our goods... then knock on SEXTOSENSO’s doors.
A day, a moment at SEXTOSENSO has been successful when all your five senses have been tickled and the sixth one will be contaminated towards excellence.
+ Nothing is obligatory.
+ Everything’s possible.
+ Be yourself and BE BEAUTIFUL.
+ Welcome to SEXTOSENSO. www.sextosenso.com

martedì 25 giugno 2013

Storia del dialetto Triestino,

Fino da quando la città era ancora rinchiusa tra le mura storiche e non era stata ancora dichiarata Porto Franco (18° secolo) a Trieste si parlava il tergestino, dialetto di tipo ladino, che si relazionava con i dialetti friulani della pianura, dai quali era separato dall'arcaica enclave veneta del dialetto bisiaco e dal gradese.
La fondazione della nuova città ebbe come conseguenza l'immigrazione di persone venute dal bacino del Mar Mediterraneo e dall'Impero Austro-Ungarico.
Una fetta consistente di popolazione immigrata proveniva dal Friuli, dal Veneto, dall'Istria e dalla Dalmazia. Fu in questo periodo che il tergestino diventò triestino. Il dialetto "veneto comune" (nella variante veneziana, nota in tutto l'Adriatico orientale, Mediterraneo orientale fino a Cipro, che Venezia utilizzava come lingua "franca" ) potrebbe essere stato scelto come tappa linguistica tra popoli di etnie diverse, oppure potrebbe essere stato il dialetto dominante degli immigrati.
 Il dialetto triestino si è differenziato maggiormente dal veneto nei successivi.
 In quel periodo Trieste era la principale città di etnia italiana dell'impero, di conseguenza il dialetto triestino sostituiva completamente la lingua italiana in tutta l'Austria-Ungheria e veniva utilizzato anche in comunicazioni ufficiali.
 Attualmente il triestino, a differenza di altri dialetti, non si è ridotto per diffusione nel corso degli ultimi decenni ed è conosciuto da quasi tutte le persone originarie della provincia o ivi residenti da lungo tempo. A questo proposito contribuisce forse la sua relativa somiglianza alla lingua italiana, che negli ultimi decenni si è andata progressivamente intensificando.
 Esiste un certo numero di opere teatrali, poetiche o letterarie scritte in triestino, molte delle quali sono opera di Virgilio Giotti e Carpinteri & Faraguna (questi hanno scritto non proprio in triestino bensì in un dialetto che è un miscuglio di triestino e di istro-dalmato) .
Inoltre si deve ricordare Nereo Zeper, che ha tradotto l' "Inferno" di Dante Alighieri in triestino e Dino Brezza, che ha creato il personaggio di Toio Bertoldo del quale sono state pubblicate più di duecento "avventure" in versi.

Tabouleh , insalata di semola e verdure


                                            Una ricetta che mi piace molto, cibo fresco e salutare....

          Tabouleh

 Ingredienti (dosi per 4 persone):
150 g di burghul (frumento spezzato)
4 pomodori molto maturi
1 peperone giallo
1 cipolla dolce
2 limoni
2 cucchiai di prezzemolo tritato
1 mazzetto di menta
2 cucchiai di olio di oliva sale pepe
Versare il burghul in una scodella di acqua fresca, lavarlo, scolarlo velocemente e lasciarlo gonfiare per circa un‘ora al fresco.
Aggiungere l’olio per mantenere i grani ben separati tra loro.
Lavare e asciugare i pomodori, il peperone, il prezzemolo e la menta.
Pulire il peperone, privandolo dei semi e delle coste bianche.
Tagliare a dadini i pomodori e il peperone e tritare finemente prezzemolo e menta.
Pelare e tagliare in fette molto sottili la cipolla, spremere i limoni.
Mescolare il burghul, i pomodori e il peperone tagliati a pezzetti, la cipolla e le erbe in una capiente insalatiera.
Condire con il succo di limone ed il pepe, mescolare.
Salare al momento di servire.

Struccolo de Pomi ,Strudel di Mele


                                                    Struccolo de pomi (strudel di mele)

 Ingredienti (dosi per 4 persone):
1 rotolo di pasta sfoglia
3 mele 200g di uvetta
1 cucchiaio di pinoli
1 limone biologico, zucchero di canna ,cannella
Pelare e privare del torsolo le mele.
Tagliarle a pezzetti e porle in una pentola antiaderente.
Bagnarle con il succo di mezzo limone, aggiungere 1 cucchiaio di zucchero di canna, le uvette e i pinoli. Cuocere a fuoco bassissimo per circa 15 minuti. Lasciarle raffreddare.
Spolverizzarle quindi con la cannella e mescolare.
Stendere la sfoglia e distribuire uniformemente sulla superficie la scorza grattugiata del limone.
Versare il ripieno sulla pasta avendo cura di lasciare un bordo di circa 2 cm.
Arrotolare con delicatezza la pasta facendo attenzione a non far uscire il ripieno di frutta.
Premere leggermente le estremità del rotolo con le dita.
Cuocere in forno preriscaldato a 180°C per 40 minuti.

Le patate in tecia , qualche ricetta

                                                                     Patate in "tecia"

Ingredienti (dosi per 4 persone)

5 patate di media grandezza 1 cipolla
1-2 cucchiai di olio sale pepe
Lessare le patate in abbondante acqua bollente.
Far soffriggere lentamente la cipolla senza farla imbiondire in un tegame capiente.
Pelare le patate e tagliarne parte in pezzettoni e parte schiacciarle con la forchetta.
Mettere il tutto nel tegame con la cipolla.
Portare a fuoco medio. Salare e pepare.
Ogni tanto rigirare le patate per consentire la formazione di una deliziosa crosticina. Servire calde.

lunedì 24 giugno 2013

La Basilica di S.Silvestro


                                                            La Basilica di San Silvestro

 La piccola basilica di San Silvestro, ubicata in Androna dei Grigioni accanto alla più grande chiesa di Santa Maria Maggiore, affascina il visitatore per il suo aspetto antico e per la sua innegabile e poco vistosa grazia.
Fino alla scoperta della basilica Paleocristiana di via Madonna del Mare avvenuta negli anni '60, la basilica di San Silvestro fu ritenuta il più antico luogo di culto della città.
La tradizione vuole che le sue fondamenta siano situate sulla casa natale dei martiri Tecla ed Eufemia, sebbene gli studiosi lo considerino poco probabile.In virtù della sue caratteristiche peculiari e della sua rilevanza storica la Basilica di San Silvestro è stata dichiarata monumento nazionale.
Oggi la Basilica è luogo di culto della Comunità Evangelica Riformata, che comprende sia la comunità Elvetica che quella Valdese.
 L'esterno La basilica fu edificata in stile romanico attorno alla metà del XII secolo per volere del vescovo Bernardo.
Nonostante nei secoli siano state apportate alcune modifiche alla struttura della costruzione, i lavori di ristrutturazione del 1927 hanno riportato alla luce gli originali elementi romanici, facilmente riconoscibili nelle finestre laterali e nelle arcate in facciata.
La torre campanaria, situata alla sinistra dell'edificio sopra un elegante portico, si ipotizza essere stata realizzata a scopo difensivo in epoca medievale.
 L'interno La chiesa presenta una pianta di forma irregolare priva di abside.
Essa consiste in una navata centrale e da due navate laterali minori separate da un colonnato a tre elementi. Il soffitto è a capriata.
Nel presbiterio, a cui si accede salendo tre gradini, è contenuta una tavola marmorea raffigurante la Cena del Signore su cui poggia una Bibbia.
Alle sue spalle è appeso un crocifisso in ferro battuto risalente al 1700.
Accanto alla tavola si trova invece un moderno battistero a forma di acquasantiera.
Su una colonna è riconoscibile una sinopia medievale, cioè il disegno preparatorio di un affresco che veniva preventivamente realizzato sull'intonaco.
La volta è decorata al centro con la raffigurazione di un agnello a simboleggiare la purezza.
Sul pavimento antistante l'altare vi è la tomba (1585) di Calò, riconoscibile dallo stemma araldico raffigurato. Una seconda tomba risalente al 1616 è invece posta nella parete sinistra dell'edificio.
I resti degli affreschi che ancora si possono vedere risalgono all'inizio del XIV secolo: quelli a destra rappresentano scene della vita dell'Imperatore Costantino, quelli a sinistra raffigurano l'Annunciazione.

La Foiba di Basovizza


                                                                    Foiba di Basovizza

 La foiba di Basovizza, in origine un pozzo minerario, fu scavata all'inizio del XX secolo per intercettare una vena di carbone ma presto abbandonata per la scarsa produttività. Il 29 e il 30 aprile 1945, l'abitato di Basovizza divenne il fulcro di numerosi e tragici combattimenti tra le forze jugoslave, giunte a liberare la città di Trieste, e le ultime unità tedesche in ritirata.
Pare che i numerosi corpi rimasti sul campo di battaglia vennero fatti scomparire in brevissimo tempo all'interno della preesistente voragine.
 Pochi giorni dopo l'area fu attraversata da colonne di prigionieri, sia militari che civili, destinati ai campi di internamento sloveni.
Si seppe poi che in zona vi era stata un'alquanto sommaria esecuzione di prigionieri.
 Negli anni successivi furono avviate indagini e scavi sia da parte dell'allora Governo Militare Alleato che, in seguito, dal Comune di Trieste.
Il numero degli infoibati non è mai stato accertato con esattezza: una nota del governo jugoslavo dell'immediato dopoguerra parla di 250 individui, calcoli successivi arrivano fino a cifre dieci volte maggiori. In ogni caso, il numero complessivo è di gran lunga inferiore a quelli dei deceduti nei campi jugoslavi.
 Agli inizi degli anni 50 il pozzo fu abbandonato e trasformato in discarica.
Nel '53 vi fu l'autorizzazione al recupero di rottami ferrosi: gli scavi scesero fino alla profondità massima del pozzo senza trovare alcuna salma.
 Nel 1992, con Decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro per il Beni culturali ed ambientali, la Foiba di Basovizza è stata dichiarata monumento nazionale.
 Oggi la foiba consiste in una lastra di pietra, sul davanti della quale è riportata un passo di una preghiera ed è contraddistinta da una grande croce.
A lato si trova, tra i vari cippi commemorativi, una rappresentazione grafica della sezione del pozzo, con indicate le quote relative ai vari ritrovamenti e stratificazioni.
 La Foiba di Basovizza si trova nei pressi dell'abitato omonimo ed è facilmente raggiungibile sia con l'automobile che con l'autobus (n. 39).

Il Palazzo del Governo ,Piazza Unita'd'Italia


                                                              Il Palazzo del Governo

 Il bellissimo Palazzo del Governo, una delle perle di Piazza dell’Unità d’Italia, fu progettato dall’architetto viennese Emil Artman e costruito tra il 1901 ed il 1905 in luogo della preesistente, e molto più modesta, sede della "luogotenenza", allora Palast der k.k. Statthalterei.
Tale lavoro faceva parte di un progetto di abbellimento della piazza, già divenuta centro vitale della città.
Caratteristica principale della bella facciata è la vasta balconata coperta, a sovrastare l’alto porticato centrale, ed ingentilita dal rivestimento di mosaici in vetro di Murano nella parte superiore (dove si riconoscono disegni, testine allegoriche e medaglioni con la croce dei Savoia) e dal rivestimento in pietra bianca nella parte inferiore.
Al tempo del suo realizzo il palazzo si affacciava sul giardino che occupava, fino al 1920, metà della piazza, allora denominata Piazza Grande, tra via dell’Orologio ed il mare.
Nei primi anni 60 l’edificio fu sottoposto ad interventi di restauro, tra cui era compreso anche il rifacimento dell’arredamento, su progetto degli architetti Nordio e Cervi.
Oggi il palazzo è sede degli uffici del Commissariato del Governo nella regione Friuli Venezia Giulia nonché quelli della Prefettura - UTG di Trieste.
I saloni di rappresentanza governativa nazionale e le sale di accoglienza e pernottamento per Alte Personalità dello Stato e di Stati Esteri, in visita ufficiale nella città e nella regione, si trovano al primo piano.
Dai saloni ma soprattutto dal loggiato, si gode una suggestiva vista sulla piazza, sul porto e sul Golfo, fino ad arrivare, nei giorni di particolare limpidezza, alle lontane Alpi.
Tutto ciò, sommato alla ricchezza ed all’eleganza degli interni, fa della prefettura triestina una della più prestigiose d’Italia.Nota: il Palazzo non può essere visitato se non in particolari occasioni.

Piazza Unita' d'Italia


                                                                 Piazza Unità d'Italia,

Il salotto di Trieste, è la piazza più estesa d'Europa che si affaccia sul mare.Inizialmente si chiamava piazza San Pietro, poi piazza Grande.
Il nome piazza Unità lo assunse quando Trieste fu annessa al Regno d'Italia dopo il 1918. Nel 1955, quando Trieste tornò nuovamente all'Italia con lo scioglimento del territorio libero di Trieste, la piazza prese il nome attuale.
Nel periodo 2001-2005 è stata ristrutturata completamente e pure i palazzi presenti sono stati oggetto di restauro.
La pavimentazione in masegno è stata sostituita da sottili blocchi in arenaria, la fontana dei Quattro continenti è stata posta nella sua posizione originaria davanti all'ingresso principale del municipio e, sul lato mare, è stato installato un sistema di illuminazione con led luminoso blu a ricordo dell'antico mandracchio, interrato tra il 1858 e il 1863.
Osservando la piazza dal lato mare, in senso orario, si affacciano sulla piazza questi palazzi: il palazzo della Luogotenenza austriaca, ora sede della Prefettura, caratterizzato da mosaici che ora raffigurano lo stemma della casa sabauda che sostituiscono quelli originari che raffiguravano lo stemma imperiale austro-ungarico; poi il palazzo Stratti, dove si trova il caffè degli Specchi, storico caffè triestino; il palazzo Modello; il municipio sulla cui torre municipale ci sono due automi bronzei, "Mikeze e Jakeze" che fanno udire i loro rintocchi allo scoccare delle ore; palazzo Pitteri, il più antico palazzo della piazza, il palazzo Vanoli, sede di un prestigioso albergo e il palazzo della compagnia di navigazione Lloyd Austriaco di Navigazione, poi Lloyd Triestino, ed ora sede della Regione.Fontana dei Quattro ContinentiCostrutita tra il 1751 e il 1754 è stata costruita la fontana dei Quattro Continenti, che doveva rappresentare Trieste come la città favorita dalla fortuna grazie all'istituzione del porto franco.
Il mondo è rappresentato da quattro statue alleforiche che richiamano i tratti delle persone che vivevano nei quattro continenti a quel tempo conosciuti (Europa, Asia, Africa e America).
Nel 1938, in occasione della visita di Benito Mussolini, la fontana fu rimossa e custodita all'Orto Lapidario. Fu rimessa nella piazza appena nel 1970, anche se in una posizione diversa rispetto all'attuale che rispecchia l'originale.

10 Motivi per scegliere Trieste ♥


                                               Un territorio mai scontato quello di Trieste.....

Un paesaggio che è dono di natura ma anche opera dell’uomo che l’ha costruita nel tempo rispettando la bellezza e l’armonia dell’incontro tra culture.
Ma Trieste, oggi più di sempre, è anche piacevole capoluogo di crociere e, per chi vi fa approdo, è disponibile una brochure, ideata dal Comune di Trieste, che diventa cartolina di bellezza e di ricchi spunti per visitarla e, magari, prolungare il viaggio di qualche giorno.

 In “10 Motivi per scegliere Trieste”, a una carrellata di spettacolari immagini si susseguono le parole delle grandi personalità e di chi la vive, da sempre, con amore.

                                      10 Motivi per scegliere la città di Trieste.


  •  1. Trieste, amore per il mare : Trieste città di mare, di storia, arte e cultura. Centro e crocevia di lingue, popoli e religioni diverse, punto d’ incontro dell’Europa continentale con il caldo sole del bacino mediterraneo. Roberto Dipiazza Sindaco di Trieste
  • 2. E’ capoluogo di crociera: Quello di Trieste è uno dei pochi porti turistici ad affacciarsi direttamente verso il cuore del waterfront urbano, lasciando che siano le eleganti linee dei palazzi liberty e neoclassici ad accogliere i suoi ospiti.
  •  3. Trieste è vicina e costituisce uno scalo ideale non solo per le eccellenti strutture, ma anche per una efficiente e capillare rete ferroviaria e stradale che moltiplica i vantaggi economici per gli operatori.
  •  4. Trieste è L’Italia che non ti aspetti
  •  5. Trieste è un mare di natura. Per godere tutti gli aspetti che il territorio giuliano può offrire, è importante spingersi al di là dei confini e raggiungere, magari a bordo del vecchio “tram de Opicina”,il cuore verde dei monti triestini, fino a scoprire la Grotta Gigante, uno degli esempi più rappresentativi della fenomenologia carsica.
  •  6. Trieste è esplosione di gusti: luogo ideale da cui far partire un viaggio per palati sopraffini nell’atmosfera dei caffè storici, simboli della città e luoghi di ritrovo di artisti e intellettuali triestini e stranieri, come Saba, Joyce e Svevo.
  •  7. A un passo da Venezia: oltre l’ aeroporto di Trieste, ce ne sono altri 5 nel raggio di 90Km.
  •  8. Trieste è l’ideale punto di partenza per visitare la fascia costiera dell’East Adriatic Route, un percorso suggestivo che la collega alle città di Rovigno, Pola, Zara, Sibenik, Spalato, Dubrovnik giungendo fino a Kotor.
  •  9. Trieste è calda ospitalità
  •  10. Trieste è vip. Approdo d’élite

La Riserva Marina di Miramare ,Viale Miramare 349


                                                     La Riserva Marina di Miramare

 La Riserva Marina di Miramare, istituita nel 1986, è un'area protetta situata ai piedi dell’omonimo promontorio.
 L’ambiente, di tipo marino-costiero, è roccioso verso riva, via via più fangoso spingendosi in mare aperto (fino ad una profondità massima di 18 metri).
 All’interno della Riserva vi sono due aree, l’una a regime di tutela integrale, nella quale è però consentita, in una zona ben delimitata, la visita guidata subacquea, l’altra, tutt’intorno, a protezione parziale, in cui vige il divieto di pesca professionale.
 Trattandosi di un ambiente protetto, esso si presenta ad elevata biodiversità, elemento che fa della Riserva stessa un ambiente unico e di gran pregio.
 All’interno della Riserva vengono promosse attività di ricerca non invasive oltre a varie attività di tipo divulgativo.
 La Riserva organizza ormai da anni visite subacquee guidate, sia per singoli che per gruppi, purché i partecipanti siano forniti di regolare brevetto.
L’immersione è possibile solo previo rilascio di un’autorizzazione, volta a tutelare la conservazione ottimale dell’ambiente.
 Per tutti gli altri, da giugno a settembre, è possibile, sempre con l’accompagnamento di una guida, effettuare dello snorkeling: dopo una introduzione presso il Centro Visite, ubicato nel Castelletto all’interno del Parco di Miramare, viene proposta un’attività di seawatching (osservazione dei fondali) in zone particolarmente sicure ma interessanti.
Il seawatching è indicato anche per i bambini di età non inferiore a 8 anni.
 Per partecipare è necessario contattare preventivamente il personale della Riserva, in quanto la visita viene effettuata per gruppi di almeno 4 persone.
 Da anni vengono organizzati corsi di formazione e stage specialistici.
 All’interno della Riserva è stato inoltre istituito il Gruppo di Pronto Intervento e Monitoraggio.
 Per approfondimenti ed informazioni: Riserva Marina di Miramare Via Miramare, 349 34014 Grignano (TS) Tel: 040 224147 Fax: 040 224636 Mail: info@riservamarinamiramare.it Sito web di riferimento: www.riservamarinamiramare.it

Castello di Miramare , Viale Miramare


                                                             Il Castello di Miramare

Si trova sulla punta del promontorio di Grignano, la sua posizione a picco sul mare offre la possibilità di godere di uno splendido panorama sul Golfo di Trieste.
Il Castello è circondato da un bellissimo parco con pregiate specie botaniche dove è possibile concedersi un po' di relax.
 Dimora nobiliare voluta dall'arciduca Ferdinando Massimiliano d'Asburgo, offre al suo interno sontuosi arredi originali.
 Dalle "bianche torri" di carducciana memoria, più che un castello in senso stretto è un esempio di residenza principesca del XIX secolo, frutto di quello stile eclettico che tanta parte ebbe nella storia dell'architettura di quel periodo.
 Costruito tra il 1856 e il 1860 per volere dell'arciduca Massimiliano d'Austria, poi imperatore del Messico, il complesso si presenta fortemente influenzato dal gusto romantico, come costruzione rivisitata di una rocca medievale.
 L'arciduca seguì personalmente sia la progettazione della dimora che l'allestimento del vasto parco (oltre 22 ettari), un giardino all'inglese e all'italiana, ricco di piante rare, sculture e laghetti, che scende con ampi gradoni verso il mare.
 Il castello è formato da oltre 20 stanze: di particolare pregio sono le "Sale di Massimiliano", fra le quali la camera da letto, arredata come una cabina di nave, e la "Sala del trono".
Dal 1955 il castello è diventato museo statale. Attività: Gli spendidi interni del castello sono visitabili, così come l'ampio giardino.
 Il museo è dotato di book-shop e nel giardino si trova un bar in cui ristorarsi.
 La curiosità: Secondo la leggenda esiste una maledizione legata al castello di Miramare, per la quale chiunque vi pernotti è destinato a morire prematuramente in terra straniera.
 Info e visite: Parco e Museo storico del Castello di Miramare Viale Miramare 34014 Grignano (TS) Tel.: +39 040 224143 info@castello-miramare.it www.castello-miramare.it

La Cattedrale di S.Giusto , Piazza della Cattedrale 2


                                                       La Cattedrale di San Giusto......

 La Cattedrale di San Giusto, così come oggi la conosciamo, sorge sui resti di una basilica paleocristiana a tre navate, con il presbiterio absidato e il pavimento a mosaico, i cui scarsi resti sono stati poi incorporati nel pavimento dell’attuale costruzione.
Nel corso dei secoli la primitiva basilica subì numerose e consistenti modifiche fino alla sua completa distruzione, per motivi a noi ignoti.
In seguito furono edificati due edifici sacri: una piccola cattedrale dedicata alla Vergine Assunta ed il sacello di San Giusto: delle tre navate dell’antica cattedrale rimane oggi soltanto la centrale in corrispondenza della quale vi sono due filari di colonne, del sacello rimane il mosaico raffigurante il Cristo, San Giusto e San Servolo e l’abside dedicata a Sant’Apollinare.
La navata centrale della Cattedrale odierna vede la luce nel Trecento, in seguito alla fusione dell’antica cattedrale e del sacello e le conseguenti modifiche.
L’edificio è impreziosito da uno splendido rosone gotico, inserito nella pietra arenaria di cui sono fatti la facciata ed il campanile.L’interno presenta ancora oggi le caratteristiche di una basilica cristiana, a cinque navate.
Le decorazioni interne ed il moderno mosaico della navata centrale sono di recente fattura.

La Grotta Gigante , Borgo Grotta Gigante


                                                                 La Grotta Gigante.....

 Il carso, compreso quello goriziano e quello d'oltre confine, comprende migliaia di grotte, alcune delle quali non ancora conosciute.
Attualmente il loro numero è stimato attorno a 6000, di cui circa 2500 situate in territorio italiano.
 Tra queste, molto differenti per morfologia, dimensioni e profondità, particolare interesse riveste la Grotta Gigante.
 Situata nell'omonimo Borgo, a soli 15 km dalla città, è facilmente raggiungibile sia con i mezzi pubblici che in automobile (uscita autostrada Sgonico).
 Si tratta della più grande caverna aperta al pubblico, con i suoi 65 m di larghezza, 280 m di lunghezza ed una volta a cupola di 107 m.
Si distingue inoltre per la ricchezza delle stalattiti e stalagmiti e per le concentrazioni di calcite che ricoprono le pareti.
 All'interno della grotta trova installazione, inoltre, una sensibilissima strumentazione scientifica, costituita da sismografi e pendoli geodetici, che rendono l'ambiente un laboratorio davvero unico.
 La visita è assolutamente d'obbligo e priva di percoli.
Due sole avvertenze: la temperatura interna rimane costante tutto l'anno (quindi fa freddo anche d'estate) e l'accesso della grotta comporta la discesa - e la conseguente salita - di un non trascurabile numero di scalini. La Grotta rimane chiusa al pubblico l'1 gennaio, il 25 dicembre e tutti i lunedì non festivi, tranne che nei mesi di luglio e agosto in cui è sempre aperta.
 Nel corso dell'anno hanno luogo sue tradizionali manifestazioni: la "Festa della Befana", con calata della stessa, il 6 gennaio, e la "festa dei Turisti", con spettacolo di luci e suoni, il 15 agosto.
Alle volte vengono organizzati anche concerti corali.
 Per informazioni: www.grottagigante.it - tel. 040 327312.

Il Faro della Vittoria , Strada del Friuli, 141


                                                                   Faro della Vittoria ....


 Opera dell'architetto triestino Arduino Berlam e dello scultore Giovanni Mayer, il bianco "Faro della Vittoria" illumina il Golfo di Trieste ed al contempo funge da monumento commemorativo dei caduti in mare durante il I conflitto mondiale come testimonia l'iscrizione "Splendi e ricorda i caduti sul mare".
 L'idea di costruire un faro nacque nel 1918: esso, immaginato altissimo, doveva dapprima collocarsi su Punta Salvore.
Soltanto in seguito la Lega Navale ed il Comando della Difesa Marittima preferirono l'attuale collocazione, sul Poggio di Gretta, a 60 m sul livello del mare, in corrispondenza del bastione rotondo dell'ex forte austriaco kressich (1854-1857).
 Il progetto presentato dal Berlam fu approvato il 20 gennaio 1920.
I lavori iniziarono nel febbraio 1923 e si conclusero il 24 maggio 1927, con una cerimonia di inaugurazione a cui prese parte l'allora Re d'Italia Vittorio Emanuele III.
 Il faro è costituito da un ampio basamento comprendente anche il bastione del preesistente forte austriaco ed è ricoperto di pietre di origine locale.
Il rivestimento in pietra d'Istria, il cui spessore varia dai 60 agli 80 cm, venne posto in opera simultaneamente alle calate di calcestruzzo e, durante l'esecuzione, si fece spesso uso di modelli in gesso, anche di singoli dettagli.
 Sopra la colonna monumentale vi è un "capitello" a sostegno della "coffa", così chiamata in chiari termini marinareschi, in cui è inserita la lanterna, la cui gabbia è realizzata in bronzo e cristallo, coperta da una cupola in bronzo con decorazioni a squame.
All'apice della cupola svetta la statua in rame della Vittoria.
 La parte ornamentale è completata dalla figura del marinaio sotto la quale venne collocata l'ancora del cacciatorpediniere Audace (la prima nave italiana che entrò nel porto di Triese il 3 novembre 1918).
Ai lati dell'ingresso al faro vi sono invece due proiettili, anch'essi dono del Ministero della Marina.
Oggi il faro, nella sua modesta bellezza, rappresenta uno dei simboli della città.

Luoghi da Visitare

                                                             
                                                                      Luoghi da visitare


Mete imperdibili per i turisti ma anche piacevoli riscoperte per noi triestini:
  • Il Faro della Vittoria,
  • La Grotta Gigante ,
  • La Cattedrale di San Giusto ,
  • Il Castello di Duino ,
  • Il Castello di Miramare ,
  • Il Castello di San Giusto ,
  • Le grotte di San Canziano (Škocjanske jame),
  • La Riserva Marina di Miramare ,
  • Kleine Berlin complesso di gallerie antiaeree,
  • Il Palazzo del Governo,
  •  Foiba di Basovizza,
  •  La Basilica di San Silvestro
  • La Risiera
  • Lipica -Slovenia

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Mary Poppins's House

un'ottima soluzione per visitare un'interessante città come Trieste, godersi un po' di riposo al mare, fare delle passeggiate sul Carso e nella Val Rosandra, visitare i dintorni in Friuli, Slovenia e Istria, scoprendo culture, gastronomie e paesaggi estremamente vari: spiagge sabbiose, rocciose, boschi di pini, querceti, i vigneti del Collio, grotte e altri innumerevoli aspetti di questa terra non ancora contaminata dal turismo di massa.


Saro'  felice di ospitarvi ed aiutarvi a vedere tutte le meravigliose cose della mia citta' .