lunedì 27 febbraio 2017

11a edizione di Olio Capitale dal 4 al 7marzo 2017!

Dal 4 al 7 marzo 2017 si svolgerà a Trieste la 11a edizione di Olio Capitale, la più importante fiera specializzata interamente dedicata alle migliori produzioni di olio extravergine d'oliva.
L'olio in esclusiva
Vetrina di eccellenza a livello internazionale, Olio Capitale è l'unico evento a puntare esclusivamente sull'extravergine di qualità.
A Trieste
una città strategica per raggiungere nuovi mercati, da sempre crocevia di scambi.
Nell'edizione 2016
presenti al salone oltre 300 produttori di olio extra vergine d'oliva dall'intero territorio nazionale oltre che da Croazia e Grecia
Perchè visitare Olio Capitale
Per conoscere direttamente i produttori e comprare l'olio più giusto per te in una salone che presenta centinaia di produttori.
Per imparare dagli esperti come assaporare e scegliere un buon olio.
Seguire i mini corsi d'assaggio e partecipare alla giuria che premierà gli oli migliori. Iscrizioni alla reception della fiera.
Per imparare dai migliori chef il corretto abbinamento olio/pietanza con dimostrazioni e assaggi nella Scuola di Cucina di Olio Capitale
Per trovare nuovi fornitori e prodotti grazie al supporto della Segreteria Buyer.  

Dal sito per maggiori informazioni www.oliocapitale.it

Per informazioni: info@oliocapitale.it
Per saperne di più tra talk show e incontri sul tema dell'olio extra vergine d'oliva




domenica 26 febbraio 2017

La storia dell'inventore dei coriandoli nato nella nostra città , Trieste

In Piazza della Borsa,  è nato "l'inventore dei coriandoli".
Una storia curiosa conosciuta da pochissime persone...

Correva l'anno 1876, il carnevale impazzava per le vie cittadine e lungo il Corso si svolgeva la sfilata dei carri e delle maschere.
Dalle finestre delle case era consuetudine gettare sul corteo confetti e petali di rose.
Sul poggioletto centrale un ragazzetto di quattordici anni, privo di denaro e quindi nell'impossibilità di acquistare confetti o altro, e ebbe la bella idea di tagliuzzare belle carte colorate e di gettare i... "coriandoli" sulle teste delle mascherine sottostanti.
Fu una trovata travolgente imitata subito da tanti presenti.

"L'invenzione" passò velocissima a Vienna, poi a Venezia e da qui in tutto il mondo.
Alla loro prima apparizione i coriandoli fecero arrivare persino "l'attenta polizia austriaca".
Dopo i primi lanci il ragazzetto sentì suonare alla porta e si trovò davanti l'autorevole gendarme che chiedeva spiegazioni e chiarimenti.

Quel ragazzino si chiamava Ettore Fenderl e doveva diventare una celebrità nel campo della fisica nucleare.

Ettore Fenderl nacque a Trieste il 12 febbraio 1862 e fu uno scienziato di fama internazionale  .
Laureatosi ingegnere all’università di Vienna ed ingegnere civile al Politecnico di Milano .
Nel 1898 brevettò un tipo di centrale per la produzione dell’acetilene e nel 1906 progettò il palazzo della Ministero della Marina Austriaca.

Importanti furono i suoi interventi nella progettazione della metropolitana di Vienna, una delle prime al mondo.

Nel 1926 creò a Roma il primo laboratorio per le ricerche radioattive.
Nel 1936 si ritirò a vita privata e fondò la Fondazione Fenderl per fini benefici.
Morì a Vittorio Veneto il 23 novembre 1966 all’età di 104 anni praticamente dimenticato dal grande pubblico, e la sua "invenzione ", senza essere stata brevettata, fece il giro del mondo ed ancora oggi non può esistere festa o carnevale senza coriandoli.

             Buon Carnevale !
Lorena , @MaryPoppins'sHouse

domenica 5 febbraio 2017

" Storia di Marco , il pinguino rapito "

Sembra una fiaba la storia del pinguino Marco, forse il pinguino più famoso del mondo, per oltre trent'anni una delle attrazioni turistiche della città, presenza usuale sulle Rive, fra il molo Pescheria e la Stazione marittima, amico obbligato di tutti i triestini nati fra la metà degli anni Cinquanta e i primi anni Ottanta, simbolo di quell'affettuosità uomo-animale che è parte dell'anima di questa città.
Sembra una fiaba questa storia che è entrata nella storia di Trieste, e come tale la racconta, in tutta la sua verità, il giornalista Roberto Covazin un libro, illustrato con belle foto dell'epoca, dedicato ai bambini ma destinato a tutti:

                     «Storia di Marco, il pinguino rapito»
   pubblicato dalla Mgs Presse e lo si puo' trovare in libreria

Per chi , e sono tanti  , ha conosciuto il bizzoso pennuto, caratterialmente così vicino alla scontrosa grazia dei triestini, il racconto di Covaz contiene una rivelazione ...
Marco non fu salvato dalle fauci di un'orca, come vuole la vulgata, bensì venne rapito, vittima di un puerile gioco fra marinai.

La storia comincia nel 1953, quando la motonave «Europa», con il suo carico di emigranti triestini, arriva a Città del Capo. La nave, comandata da Arrigo Liberi, è al suo secondo viaggio in Sudafrica, dopo quello inaugurale da Genova dell'ottobre dell'anno prima.

Fra i più giovani componenti dell'equipaggio ci sono due ragazzi istriani, Ezio e Nini.
Hanno il compito di pulire le camere dei passeggeri, e come tutti i giovani si annoiano quando la nave è alla fonda.
Perciò organizzano il rapimento di un pinguino, uno dei tanti che bazzicano le scogliere di Città del Capo.

Ezio e Nini, scrive Covaz, «all'imbrunire della sera precedente la partenza dell'Europa si muniscono di una rete da pesca trovata sui pontili e, dopo alcuni tentativi andati a vuoto, riescono a catturare un pinguino».
È un esemplare molto piccolo, alto nemmeno mezzo metro, della specieSpheniscus demersus, che finisce «stremato e impaurito» chiuso in un sacco nella cambusa della nave.
È talmente malridotto che i due ragazzi, pentiti, pensano di riportarlo a terra, ma ormai è troppo tardi...
l'«Europa» salpa alla volta di Trieste con il suo piccolo clandestino a bordo.
Naturalmente il comandante Liberi non sa nulla, il nostromo Giovanni Barrera, un veterano della Marina militare, copre i due ragazzi e la loro bravata.
Ma presto la salute del pinguino diventa un problema , nella cambusa il caldo è insopportabile, l'animale non mangia nulla e deperisce a vista d'occhio.
Allora, con la complicità di altri marinai, il cucciolo viene trasferito nel gabinetto alla turca della cucina «dove di tanto in tanto si potrà rinfrescarlo con i getti d'acqua dello sciacquone».
Poi, a turno, i marinai si affacciano di nascosto dal portello basso della cambusa per pescare pesce fresco direttamente in mare.
Intanto il pinguino è stato battezzato Marco, appunto.

Le cure dei marinai gli fanno bene, Marco sta meglio e ne combina di tutti i colori.
Si sta sviluppando anche quel fenomeno noto agli etologi come «imprinting» , il pinguino crede che i marinai siano suoi simili, e prende e seguirli e a imitarli.

La nave prosegue la sua rotta, ma allo scalo di Brindisi il segreto non può più essere mantenuto, e Barrera rivela al capitano l'esistenza a bordo del clandestino piumato.
Marco arriva così a Trieste il 18 maggio del 1953 e, spacciato per orfano sottratto a morte sicura, viene affidato all'Aquario marino, allora diretto da Renato Mezzena (che nel libro di Covaz firma una prefazione, mentre altre note sono affidate all'attuale direttore del museo di Storia naturale, e dell'Acquario, Sergio Dolce, e dal conservatore zoologo Nicola Bressi).

Qui Marco, affidato alle cure del custode Pietro Contento, comincia la sua seconda vita.

Libero di girare per le Rive, diventerà presto un personaggio famoso, cercato dai turisti e coccolato dai bambini, viziato da pescatori e pescivendoli.
Morirà il 27 dicembre 1985, alla veneranda età di 32 anni, meritandosi una volta di più l'attenzione delle cronache, con la scoperta che in realtà era una femmina.

Con la sua ricostruzione del rapimento di Marco (basato in buona parte sulla testimonianza di uno dei marinai dell'Europa protagonisti della vicenda) Covaz racconta una moderna favola-verità che sembra uscita più dalla fantasia che dalla recente cronaca, mettendo il pinguino Marco nel novero di tutti quegli animali reali o di finzione, dal delfino Flipper all'orca Willy, che hanno segnato e segnano un'infanzia.

Dal Piccolo  , 2005
Marco il pinguino, rapito dai marinai
di Pietro Spirito

Il pinguino Marco