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domenica 22 maggio 2016

Obelisco di Opicina

Il borgo di Opicina oggi è facile da raggiungere dal centro di Trieste, ma agli inizi dell’800 c’era un’unica via: la Strada Commerciale, voluta nel 1779 dal Governatore di Trieste Karl von Zinzendorf, come lo testimonia ancora la lapide posta presso il bivio della strada per Prosecco. 
I traffici commerciali che intercorrevano tra il porto franco e il cuore dell’Impero asburgico necessitavano però di una strada più comoda e facile da percorrere con i carri.
Per questo motivo fu inaugurata nel 1830 l’attuale strada per Opicina, e per ricordare il momento fu eretto un obelisco in onore di Francesco II (poi divenuto Francesco I) presso la sella di Opicina a 350 m slm. 
Il tram realizzato nel 1902, le cui rotaie corrono sotto all’obelisco, fu l’ultimo importante collegamento realizzato, utile al trasporto delle persone più che delle merci.

COME ARRIVARE

Tram 2: Piazza Oberdan - Villa Opicina (Stop: Obelisco di Opicina);
Bus 4: Piazza Oberdan - Villa Carsia

                                               Vista Panoramica dall'Obelisco

martedì 8 dicembre 2015

Trieste e il Tram di Opicina



Da 110 anni il Tram di Opicina o de Opcina in dialetto triestino ,  lo si puo ' vedere per il centro di Trieste e che si arrampica fino all’altezza di 348 metri sulle alture del Carso che sovrastano la città .

Il Tram di Opicina a Trieste

Il viaggio inizia lento, in Piazza Oberdan, ma subito dopo la salita comincia a farsi interessante. 
Diversi punti panoramici si aprono lungo il tragitto che attraversa la parte più verde di Trieste. 
Il consiglio è di scendere un po’ prima del capolinea di Opicina per godersi lo spettacolo dell’Adriatico visto dall’alto. 
La fermata dell’Obelisco è consigliata per chi vuole passeggiare lungo la Via Napoleonica, una strada panoramica che porta (dopo 4 km) al Santuario Mariano che per la bizzarra forma è stato ribattezzato formaggino da noi triestini. 
Chi decide di farsi a piedi gli ultimi tratti in salita può ricompensarsi sedendosi ai tavoli di una delle tante Osmizze, trattorie con pochi tavoli, molto spartane, dove si cucinano i piatti locali e vendono il vino prodotto da loro. 
Quelle aperte le riconoscete dalla frasca appesa all’ingresso o in prossimità delle insegne.