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martedì 8 gennaio 2019

Il libro di oggi 🔖Il Furto dei Munch 💯

Il 24 Agosto 2004 dal Museo Munch  di Oslo vengono sotratti i celebri dipinti L'urlo e la Madonna
           
                         Verranno ritrovati qualche mese dopo 
                   
                           Ma cosa è successo nel Frattempo ?
         Cosa si nascondeva dietro a questo clamoroso furto ?

🔖 Un thriller avvincente che si snoda tra Milano , Oslo e Trieste e      che tiene il lettore col fiato sospeso fino all'ultima pagina

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lunedì 18 aprile 2016

Trieste città d'autore , la visita guidata

                                     Trieste, città d'autore   e '  consigliato  per tutti !
  La Visita guidata PromoTurismoFVG   a un Prezzo di 9,00 €   e Accesso gratuito con FVG Card
                                              Dal 26 marzo al 24 settembre 2016

      
         

                                                         Trieste, città d'autore

"La mia città che in ogni parte è viva ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita pensosa e schiva", Umberto Saba. 
E ancora "La mia anima è a Trieste", James Joyce. 
Trieste è una città d'autore con un legame profondissimo con la grande letteratura europea del Novecento che si è allungato sino ai nostri giorni.

Seguirete  lungo questo itinerario sulle tracce di tre grandi autori, Umberto Saba, James Joyce e Italo Svevo che hanno scelto Trieste come protagonista delle loro opere o come luogo in cui vivere. 

Vi saranno raccontati   aneddoti e curiosità,  mostrati   i luoghi che amavano frequentare e se li seguirete avrete anche modo di incontrarli ....... 

Il  calendario

Marzo: sabato 26 ore 15.30
Aprile: sabato 23 - 30 ore 15.30
Maggio: sabato 7-14-21-28 ore 15.30
Giugno: sabato 4-11-18-25 ore 16.00
Luglio: sabato 2-9-16-23-30 ore 16.00
Agosto: sabato 6-13-20-27 ore 16.00
Settembre: sabato 3-10-17-24 ore 16.00

servizio disponibile in: italiano - inglese
durata della visita: 2 ore circa
punto di partenza: Infopoint PromoTurismoFVG di Trieste - Via dell'Orologio 1
costo: euro 9,00 a persona
Gratis per i bambini sotto i 12 anni accompagnati da un adulto pagante
Gratis con FVG Card

La visita guidata si effettua anche in caso di maltempo
Il percorso può subire variazioni
Prenotazione obbligatoria
Il percorso è accessibile alle persone con disabilità.
Si consiglia comunque la presenza di un accompagnatore per eventuali dislivelli che si possono presentare lungo il percorso.
Sarà cura della guida turistica adeguare l'itinerario alle esigenze che si presentano.

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI

Infopoint PromoTurismoFVG - Trieste
Via dell'Orologio 1, P.zza Unità d'Italia
Tel. +39 040 3478312
info.trieste@promoturismo.fvg.it

Informazioni
Tutti gli Infopoint di PromoTurismoFVG
numero verde: 800 016 044
info@promoturismo.fvg.it

Dal Sito Infopoint di PromoTurismo FVG

                                    La FVG Card puoi acquistarla anche al Mary Poppins's House !
Prenotala per fare questo bellissimo itinerario gratuitamente e fare un salto nella storia di Trieste !

martedì 22 dicembre 2015

Un Pittore di nome Leonor


Un pittore di nome Leonor 

Cosa regalare a Natale? Un libro!  La biografia della giovane Leonor Fini che si intreccia alla storia di Trieste di cento anni fa. 

Il ritratto di una grande artista e della Trieste mitteleuropea, a cavallo tra la fine dell'Impero asburgico e la prima guerra mondiale.
Leonor è una bambina contesa: suo padre tenta di rapirla per riportarla in Argentina e la madre, per tenerla con sé a Trieste, la traveste da maschietto.
Leonor è curiosa ed egocentrica ,ama i gatti, ama inventare storie e combinare guai, esplorare il mondo degli adulti che trova più interessante della scuola, ma soprattutto ama disegnare.
Per diventare una pittrice non si ferma davanti a niente ,s'intrufola nella camera mortuaria, abbandona la scuola, frequenta artisti più grandi di lei.
Passando da Trieste a Milano a Parigi, Leonor inizia, giovanissima, la sua carriera nel mondo dell'arte.

Età di lettura: da 8 anni.

Un romanzo di Corrado Premuda con le illustrazioni di Andrea Guerzoni.

                                                                                           
 





domenica 1 marzo 2015

Resilienza ...Due libri , la parola chiave



       Resilienza
La Scienza di adattarsi ....




Resilienza la parola chiave ....

"Resilienza" è una parola chiave che  può definirsi come l'arte dell'adattamento al cambiamento, volgendo le incertezze in opportunità e i rischi in innovazione.
Per innovare oltre all'autostima serve appunto resilienza, modalità della mente e della psiche umana di reinventarsi e rigenerarsi. 

La resilienza è una  ripartenza sana e positiva , è una alternativa che indica una via d'uscita.

Si tratta dunque della capacità di cogliere al volo le "risalite dopo le discese ardite".
Laddove per discese ardite si intendono quei fallimenti che potrebbero demoralizzare e demotivare fino all'abbandono. 

Due libri da dove trarre questa parola chiave per la Vita ....

         “Quello che non ci uccide ci rende più forti”.
L’ha scritto nel 1888 il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche.

Cita la massima di Nietzsche già nelle prime pagine un recente libro di Anna Oliverio Ferraris e Alberto Oliverio, intitolato  Più forti delle avversità.
Parla di resilienza: la capacità psicologica di riprendersi reagendo ai traumi e agli errori.
Resilienza è ciò che i filosofi Epitteto e Marco Aurelio chiamavano “forza d’animo”.
Il termine “resilienza”  applicata ai sentimenti e alla struttura della personalità la parola indica la capacità di riemergere da esperienze difficili mantenendo un’attitudine sufficientemente positiva nei confronti dell’esistenza.
La buona notizia è che non si tratta di una dote eccezionale ma – dicono gli autori – è una caratteristica della personalità piuttosto diffusa: c’entrano senso di identità, fiducia in se stessi, forti convinzioni, capacità di avere relazioni, di creare nuovi legami con altre persone e di solidarizzare, di condividere, di restare aperti, di coltivare l’ottimismo e di immaginare.
Non a caso, la resilienza è una componente  (e anche un dono) della creatività.

La tecnica ABCDE
Uno dei paragrafi più interessanti del libro di Trabucchi “Resisto dunque sono” è quello sulla tecnica ABCDE. 

Questa tecnica è utile per prendere consapevolezza del fatto che il nostro comportamento e le nostre reazioni di fronte ad eventi negativi, non dipendono direttamente dagli eventi, ma dalla nostra valutazione di essi.
L’essere umano ha un potere inimmaginabile: qualsiasi evento gli accada è lui a scegliere che significato dargli e quindi quale reazione avere.
La tecnica ABCDE serve a rammentarci questa abilità. 

Le lettere che danno il nome a questa tecnica non sono altro che delle iniziali:
A di Adversity. La prima lettera sta ad indicare le difficoltà che possiamo incontrare nella nostra vita, gli eventi negativi su cui non abbiamo il controllo e che inevitabilmente accadono. Possono includere piccole “tragedie” come un esame andato storto, o difficoltà molto più rilevanti.

B di Beliefs. La seconda lettera sta ad indicare le nostre credenze. L’insieme delle convinzioni che abbiamo maturato nel corso della nostra vita rappresentano il filtro attraverso il quale percepiamo la realtà. La nostra percezione della realtà infatti è sempre soggettiva, così come le nostre reazioni. Per approfondire il tema della convinzioni, ti suggerisco di leggere questo articolo.

C di Consequences. La terza lettera del modello sta ad indicare le nostre reazioni emotive e fisiche agli eventi. Come avrai potuto capire, tali reazioni sono sempre la somma dell’evento e delle nostre credenze.

D di Discussion. Le prime 3 lettere indicano la normale sequenza adottata dalla nostra mente di fronte ad un evento. Con la lettera D entra in gioco la resilienza. Quando siamo in grado di mettere in discussione le nostre reazioni irrazionali, iniziamo a riprendere il controllo della nostra vita.

E di Effects. A differenza delle reazioni (consequences) gli effetti derivano dalla nostra messa in discussione delle nostre credenze. Se spesso sentiamo di non avere il controllo sulle nostre reazioni, gli effetti, in quanto risultato di un processo di rielaborazione della nostra mente, sono pienamente sotto il nostro controllo.

Allenare la nostra resilienza significa dunque porsi continuamente una domanda di fronte agli accadimenti della vita: “Cosa c’è di buono in quello che sta succedendo?“, ovvero “Qual è il miglior significato che posso attribuire a quanto sta accadendo?“

Perché una persona o un sistema reagiscono a uno shock meglio di altri?
Perché c'è chi riparte da una situazione critica ridisegnando un adattamento più in linea alle nuove esigenze e chi invece soccombe?
Dipende da quanto si è resilienti !


In conclusione la resilienza va sempre ravvivata e cercata daccapo , non sarà molto, ma almeno è qualcosa da cui partire.
        
 Il mio augurio  in questi momenti così particolari di vita è di  essere il più possibile RESILIENTI  

              Reinventatevi il più possibile , 
                                                            ♡  Love of Mary Poppins's House








giovedì 16 ottobre 2014

Trieste. 0 del nessun luogo










In questo libro Jan Morris racconta, fondendo la melanconia dei propri ricordi di viaggiatrice e la passione della storica, l'intenso rapporto con Trieste, la propria vita attraverso quella della città, dei suoi conflitti del suo splendore e del suo declino.
Muovendosi nel tempo, evocando i caffè e i moli visitati da Joyce, l'autrice passa per gli anni '40, quando vide Trieste per la prima volta e arriva al presente di questa città fuori dal tempo.
Trieste è una città in nessun luogo, un luogo dove ciascuno è libero di vivere senza costrizioni, di scoprire la propria identità più autentica.
La Trieste, di Jan Morris, è la città ideale per spiriti erranti, solitari e rinnegati, per tutti coloro che non trovano un proprio luogo su nessuna mappa.






venerdì 2 maggio 2014

Rent a Bike al Knulp

Presso il bar / libreria Knulp e' possibile noleggiare una bicicletta.
A disposizione per il noleggio ci sono 4 citybike
Via Madonna del mare n°7
RENT A BIKE 1 DAY: € 12 1 HOUR: € 2,50
Per prenotarla  o info : 040 300021
Sito web : www.Knulp.org



Mappa google 

lunedì 21 aprile 2014

Mangiare Triestino Storie e Ricette

  Mady Fast racconta Trieste col pretesto della cucina.
Ma non solo variazioni sul goulash o sulla "buzara": troverete anche il paesaggio agricolo e costiero, i mercati, i caffè e i ristoranti con i frequentatori del passato e del presente, le atmosfere di Opicina, di Duino, di Miramare, le grida e le voci dei pescatori e dei venditori ambulanti.
I vapori delle pentole sono molto più, anche sensorialmente, evocativi se si sa che cosa ce dietro: tanto più per la cucina triestina, una cucina "colta" nel senso che i suoi piatti raccontano spesso una vicenda storica o geografica che si ripercorre nei sapori.
Dobbiamo insomma a Mady Fast un tipo di libro di cucina nuovo, che si può consultare col mestolo in mano o leggere come un saggio, davanti al camino.
Il mio consiglio è di usarlo in entrambi i modi." (Marco Guarnaschelli Gotti)

                                                                 

giovedì 17 aprile 2014

il libro di Mary Poppins

                                     
Per ritornare bambini la piu' famosa tata di tutti i tempi ... Mary Poppins !

domenica 18 agosto 2013

Trieste sotterranea. Curiosità, misteri e meraviglie sotto la città


Descrizione

Un incredibile viaggio alla scoperta della città sotto la città.
Trieste vanta una tradizione antica in fatto di sotterranei: generazioni di appassionati e scrittori hanno indagato nel tempo la storia e i segreti della parte più nascosta della città, alimentando curiosità, ma anche miti e leggende.
Dai misteriosi sotterranei dei Gesuiti alla "Kleine Berlin", dai cunicoli del castello di San Giusto alle gallerie dell'acquedotto teresiano, il libro illustra con l'aiuto di immagini a colori, rilievi, piantine, foto d'epoca inedite e ricostruzioni in 3d tutto quello che c'è da sapere su questo argomento.

di Armando Halupca, Paolo Guglia, Enrico Halupca
Prezzo: € 30.00

mercoledì 31 luglio 2013

Il Pinguino Marco ...Il libro

Sembra una fiaba la storia del pinguino Marco, forse il pinguino più famoso del mondo, per oltre trent’anni una delle attrazioni turistiche della città, presenza usuale sulle Rive, fra il molo Pescheria e la Stazione marittima, amico obbligato di tutti i triestini nati fra la metà degli anni Cinquanta e i primi anni Ottanta, simbolo di quell’affettuosità uomo-animale che è parte dell’anima di questa città.
Sembra una fiaba questa storia che è entrata nella storia di Trieste, e come tale la racconta, in tutta la sua verità, il giornalista Roberto Covaz in un libro, illustrato con belle foto dell’epoca, dedicato ai bambini ma destinato a tutti: «Storia di Marco, il pinguino rapito» 
Per chi - e sono tanti - ha conosciuto il bizzoso pennuto, caratterialmente così vicino alla scontrosa grazia dei triestini, il racconto di Covaz contiene una rivelazione: Marco non fu salvato dalle fauci di un’orca, come vuole la vulgata, bensì venne rapito, vittima di un puerile gioco fra marinai.

La storia comincia nel 1953, quando la motonave «Europa», con il suo carico di emigranti triestini, arriva a Città del Capo.
La nave, comandata da Arrigo Liberi, è al suo secondo viaggio in Sudafrica, dopo quello inaugurale da Genova dell’ottobre dell’anno prima.
Fra i più giovani componenti dell’equipaggio ci sono due ragazzi istriani, Ezio e Nini.
Hanno il compito di pulire le camere dei passeggeri, e come tutti i giovani si annoiano quando la nave è alla fonda.
Perciò organizzano il rapimento di un pinguino, uno dei tanti che bazzicano le scogliere di Città del Capo.
Ezio e Nini, scrive Covaz, «all’imbrunire della sera precedente la partenza dell’Europa si muniscono di una rete da pesca trovata sui pontili e, dopo alcuni tentativi andati a vuoto, riescono a catturare un pinguino».
È un esemplare molto piccolo, alto nemmeno mezzo metro, della specie Spheniscus demersus, che finisce «stremato e impaurito» chiuso in un sacco nella cambusa della nave.
È talmente malridotto che i due ragazzi, pentiti, pensano di riportarlo a terra, ma ormai è troppo tardi: l’«Europa» salpa alla volta di Trieste con il suo piccolo clandestino a bordo.
Naturalmente il comandante Liberi non sa nulla, il nostromo Giovanni Barrera, un veterano della Marina militare, copre i due ragazzi e la loro bravata.
Ma presto la salute del pinguino diventa un problema: nella cambusa il caldo è insopportabile, l’animale non mangia nulla e deperisce a vista d’occhio.
Allora, con la complicità di altri marinai, il cucciolo viene trasferito nel gabinetto alla turca della cucina «dove di tanto in tanto si potrà rinfrescarlo con i getti d’acqua dello sciacquone».
Poi, a turno, i marinai si affacciano di nascosto dal portello basso della cambusa per pescare pesce fresco direttamente in mare.
Intanto il pinguino è stato battezzato: Marco, appunto.Le cure dei marinai gli fanno bene, Marco sta meglio e ne combina di tutti i colori.
Si sta sviluppando anche quel fenomeno noto agli etologi come «imprinting»: il pinguino crede che i marinai siano suoi simili, e prende e seguirli e a imitarli.
La nave prosegue la sua rotta, ma allo scalo di Brindisi il segreto non può più essere mantenuto, e Barrera rivela al capitano l’esistenza a bordo del clandestino piumato.
Marco arriva così a Trieste il 18 maggio del 1953 e, spacciato per orfano sottratto a morte sicura, viene affidato all’Aquario marino, allora diretto da Renato Mezzena (che nel libro di Covaz firma una prefazione, mentre altre note sono affidate all’attuale direttore del museo di Storia naturale, e dell’Acquario, Sergio Dolce, e dal conservatore zoologo Nicola Bressi).
Qui Marco, affidato alle cure del custode Pietro Contento, comincia la sua seconda vita.
Libero di girare per le Rive, diventerà presto un personaggio famoso, cercato dai turisti e coccolato dai bambini, viziato da pescatori e pescivendoli.
Morirà il 27 dicembre 1985, alla veneranda età di 32 anni, meritandosi una volta di più l’attenzione delle cronache, con la scoperta che in realtà era una femmina.
Con la sua ricostruzione del rapimento di Marco (basato in buona parte sulla testimonianza di uno dei marinai dell’Europa protagonisti della vicenda) Covaz racconta una moderna favola-verità che sembra uscita più dalla fantasia che dalla recente cronaca, mettendo il pinguino Marco nel novero di tutti quegli animali reali o di finzione, dal delfino Flipper all’orca Willy, che hanno segnato e segnano un’infanzia.

Il libro :

Storia di Marco, il pinguino rapito» 

domenica 28 luglio 2013

Il libro ...101 cose da fare in Venezia Giulia almeno una volta nella vita

Stretta tra le Alpi e il mare, la Venezia Giulia è la terra di confine per antonomasia, ambita e contesa.
Eppure basta pensare al suo capoluogo, Trieste, da sempre fucina di storia e di letteratura, patria natia e d'adozione di scrittori e poeti, per rendersi conto di come questa zona abbia saputo mantenere una sua peculiare identità.

Attraverso i centouno itinerari proposti in questo libro, sfileranno davanti ai vostri occhi tutti i volti di una terra estremamente ricca e varia: vi sentirete viaggiatori cosmopoliti, cittadini internazionali, forse persino un po' irredentisti.

Potrete fingervi intenditori di caffè ammirando il mare da piazza Unità a Trieste, o chiedere alla vostra amata di sposarvi con nozze carsiche, sapendo che, male che vada, vi attaccherete al tram (di Opicina).

Potrete scegliere di vagare alla ricerca di ispirazione, guidati da Svevo o dal suo insegnante d'inglese Joyce, per poi finire con l'imbattervi in canyon mozzafiato e grotte giganti.

E magari, quando sarete immersi nello splendido fascino del paesaggio carsico o mentre affronterete impavidi la bora, vi sorprenderete a pensare che, in Venezia Giulia, è davvero facile sentirsi a casa.

venerdì 12 luglio 2013

Love me in Italy


Love me in Italy


Love me in Italy

La guida alle migliori location in Italia per il matrimonio e gli eventi d'amore

Love me in Italy è una guida unica nel suo genere, dedicata alle coppie che vogliono scegliere una cornice originale per il loro giorno più bello.

Una proposta tra più di 20 città che spazia dalla cerimonia all'aperto immersi nel verde del parco di Terme di Comano, al romanticismo di Verona con la celebrazione del rito alla casa di Giulietta, dalla sala più glamour d'talia a Milano a quella traboccante di arte e riferimenti storici del Palazzo Assessorile di Cles, dall'affaccio sul mare triestino, alle colline toscane di Anghiari, da Venezia, città dell'amore per eccellenza, a Roma, città eterna.
Per ogni luogo, descritto nei suoi aspetti più significativi, trovate tutte le informazioni utili sulle procedure amministrative per il matrimonio e i consigli dei migliori professionisti per la scelta dello scenario più suggestivo per gli scatti fotografici, il banchetto perfetto, i fiori adatti, il gioiello più bello, il dolce più elegante.
F. Bedendo, V. Pinton, C. Zizola, Prefazione di Serena Obert

Traduttrice :Dilara Sadiker :-D
116 pagine
Uscita giugno 2013 per chi lo volesse acquistare http://www.lunargento.it/articles/catalogo_libri_italiano/1/L030.html

giovedì 11 luglio 2013

Venderigola in piaza - I mercati triestini tra cronaca e storia...... Liliana Bamboschek

Un altro tassello di storia triestina (ma che s'intreccia con quella della vicina penisola istriana) dopo i fortunati libri sulla Bora, sul sistema tranviaro a Trieste, sugli stabilimenti balneari del capoluogo giuliano.
Questa volta l'autrice appone un tassello sul colorato mosaico di storia triestina diverso dal solito, partendo dalla conformazione urbanistica della città che vide (e vede, per certi aspetti, ancor oggi) la piazza luogo dove nascono e crescono i primi mercati dei prodotti della terra che provenivano dal Carso ma, soprattutto, dall'Istria.
Mercati semplici dove le primizie imbandivano il desco di una Trieste, quella dell'Ottocento e dei primi del Novecento, affacciata sul suo porto-emporio.L'autrice va a ritroso con la memoria fino all'età medievale e fornisce al lettore uno spaccato di colori e parlata di indiscutibile interesse.
Ma non sono solo i prodotti dell'agricoltura il fil rouge del libro, ma anche il mercato del pesce, gli ambulanti con i loro richiami, i loro inconfondibili rumori (il battibaccalà, per esempio) l'omo de l'asedo, el pestapevere e tanti altri ancora.Uno spaccato di vita popolare che l'autrice ha fatto riemergere dal limbo della storia.
Una storia che fisicamente sta scomparendo - come il mercato ortofrutticolo di piazza Ponterosso o la pescheria centrale (Santa Maria del Guato, per la sua svettante torre a forma di campanile) che diverrà un centro congressi - ma che restano in vita grazie alle melodie popolari ed alle poesie, uniche vere superstiti dei cambiamenti economici e territoriali che hanno segnato queste terre; melodie e poesie che trovano ampio spazio in codesta pubblicazione a ricordo dei bei tempi andati quando s'udiva il richiamo del venditore del pesce che ha dato vita a storici siparietti radiofonici (orade, orade, ociade, ociade, branzini, pessimòli, scampi, caramai, capesante, capelonghe, caperòzoli! ale, ale, siora Nina, che el sol magna le ore!) oppure di gustose canzonette (Son de mestier venderigola in piazza, son triestina, matona sincera, mi trato tuti con bela maniera ).
In altre parole una Trieste che non esiste più, se non nei ricordi evocati da sbiadite cartoline oppure da vecchi e introvabili canti popolari.

venerdì 5 luglio 2013

Nuotare a Trieste ...L'impensabile diventa possibile.. dal libro Disciplina Liquida

NUOTARE A TRIESTE
L’impensabile diventa possibile Tratto da :Disciplinaliquida

 Crescere tra ordine ed eresia a scuola e nello sport .... Il sogno di andare alle Olimpiadi era e doveva restare segreto (sempre per non irritare gli dei), l'obiettivo di entrare nella nazionale italiana di nuoto, invece, si materializzava in modo pubblico, necessario e manifesto.
Lentamente, dopo tanti allenamenti, gara dopo gara, l'impensabile diventava possibile e si era trasformato nel mio chiodo fisso, consapevole che in fondo la convocazione in nazionale era un problema di numeri e di tempi, che anche i comuni mortali potevano programmare e controllare.
Ma queste cose non sono mai state così semplici e trasparenti.
Nuotare a Trieste e pensare alla nazionale italiana, alla fine degli anni Sessanta, per uno strano paradosso della storia e dello sport, era al tempo stesso più facile e più complicato.
Era facile perché Trieste, negli anni Quaranta e Cinquanta, era stata la vera capitale del nuoto italiano.
 Le ragazze triestine vincevano tutto ed affascinavano tutti. Erano più belle, più libere e più forti di tutte le altre. Vivevano dentro la modernità di quegli anni, facevano tutti gli sport possibili, anche contemporaneamente. Ci sono state atlete triestine capaci di entrare in nazionale nello sci, nella scherma, nel nuoto, grazie alla naturale stagionalità delle discipline (lo sci in inverno, il nuoto in estate, la scherma nei ritagli).
Anche gli uomini erano alti, belli e forti, ma avevano più concorrenza.
Eppure c'è stato chi, alle Olimpiadi del '48, si è permesso il lusso di scegliere tra la convocazione in nazionale tra la pallacanestro e la pallanuoto.
Cesare Rubini scelse la squadra giusta, andando a vincere la medaglia d'oro nella storia di questa disciplina, assieme ad un altro triestino, forte, individualista e troppo anarchico per essere anche un po' fascista.
Edo Toribolo, che aveva l'istinto del padre-padrone, a tratti gentile e qualche volta violento, sarebbe diventato il "mio" presidente alla Triestina Nuoto proprio nell'anno delle Olimpiadi di Città del Messico.
Nuotare a Trieste è sempre stato facile e naturale. Tutti, a Trieste, sanno nuotare e lo sapevamo fare con grande anticipo rispetto alla gran parte del resto d'Italia.
Il nostro era un nuoto spontaneo e naturale, solo leggermente raffinato dalla cultura dei nostri tecnici, quasi sempre professori di ginnastica o semplici appassionati che coniugavano il patriottismo italiano con il senso della disciplina asburgica.

Trieste è stata bella ed imbattibile nel nuoto negli anni in cui ci si poteva allenare in mare, in piscine aperte sopra e sotto, tra il sole e i pesci, il vento e le correnti, le meduse e -quando il mare girava dalla parte sbagliata- gli scarichi della fogna vicina.

Trieste è stata grande nel nuoto quando la cura per l'abbronzatura era più importante del numero dei chilometri nuotati.
Bastava essere naturalmente acquatici, consapevoli e compiaciuti del proprio corpo e del proprio movimento.
Poi le cose sono cambiate, ma a Trieste, grazie alla sua storia e a una tradizione orale di prima mano, era ancora possibile sfiorare con la mano .

Franco Del CampoMessico '68